Prima di proseguire nella trattazione di questo tema,il quale spero risulti interessante e fonte di numerosi commenti J, mi sembra opportuno definire che cos’è l’A.C.R. per coloro che non lo conoscono o che magari non ne hanno mai fatto esperienza perché non è un’iniziativa proposta dalla loro parrocchia.
Con sigla A.C.R. si vuole identificare “l’Azione Cattolica Ragazzi”, un associazione che accompagna i ragazzi dai 6 ai 14 anni nel loro cammino di fede attraverso giochi e attività stimolandoli ad essere in prima persona i protagonisti di questo percorso.
Questa iniziativa viene messa in atto nelle singole parrocchie, il sabato pomeriggio o la domenica mattina dopo la messa, da animatori-educatori volontari, testimoni di fede cristiana che realizzano attività diversificate in base all’età dei bambini: 6-8 anni, 9-11 anni, 12-13anni e 14 anni.
L’A.C.R. mette in atto una programmazione che ha come punti di riferimento i valori della religione cristiana e, basandosi su di essi, crea delle attività su misura di bambino per trasmettere loro questi contenuti.
Conoscendo questi valori però, si può notare come essi siano identificabili con quelli del vivere comune: solidarietà, capacità di ascolto, accettazione e apprezzamento dell’altro, responsabilità delle proprie azioni e così molti altri. Sono tutti valori utili al bambino, non solo in questo ambito, ma nella vita in generale o meglio nel rapportarsi agli altri e nell’autoformazione.
“Mio figlio non va all’A.C.R., perché va già a catechismo”: tipica frase che si sente dire da molti genitori!! Essa denota un pregiudizio molto diffuso e comune tra le persone, ma allo stesso tempo anche molto inesatto, ovvero quello di ritenere l’A.C.R. sinonimo di catechismo …
NON è COSI’ !!!!!
Questo errato modo di pensare probabilmente nasce dal fatto che entrambe riguardano l’ambito religioso ma non si tiene conto del differente approccio che le connota.
L’A.C.R. punta più al gioco e al movimento fisico, sfruttando spazi aperti e mirando all’interattività con i bambini lasciandolo solo trasparire il fine morale.
Il catechismo invece è più un’ attività di tipo teorico, dove ai bambini vengono trasmessi contenuti prettamente religiosi (comandamenti,sacramenti, la storia dei primi cristiani, le figure più importanti del cristianesimo ecc.).
A mio parere la mancata frequentazione dell’ A.C.R. rischia di precludere al ragazzino la possibilità di fare nuove esperienze utili per la sua crescita e per affrontare in modo migliore la vita, tanto più in questo momento in cui i bambini hanno poche occasioni di scambio e confronto diretto o naturale con gli altri.
A volte probabilmente, la frenesia e lo stress della quotidianità fanno si che i genitori preferiscano rimanere a casa tranquilli senza dover portare il figlio a queste attività, lasciandolo intrattenersi con tv, videogiochi o computer, non rendendosi conto però che così facendo precludono al bambino una occasione importante per la sua formazione.
A mio parere ci dovrebbe essere una maggior “pubblicizzazione” dell’A.C.R. e dei suoi obbiettivi perché da molti è sottovalutata come pure “gioco” o appunto, come ho detto in precedenza, confusa con il catechismo.
So di alcune parrocchie che non propongono l’A.C.R. come attività per la comunità e personalmente io penso che sia un grosso svantaggio. Cosa ne pensi?
La tua parrocchia propone l’ ACR tra le attività per i ragazzi?? J
La tua parrocchia propone l’ ACR tra le attività per i ragazzi?? J
credo che l'acr abbia una marcia in più,anzi, forse più di una.
RispondiEliminasono stata animatrice acr per molti anni e il legame con i bambini è qualcosa di molto particolare e diversissimo rispetto al catechismo (molti più simile alla scuola sotto certi spetti) come se fossimo fratelli maggiori, distanti d'età quanto basta per poter essere punto di riferimento ma mai cos' tanto da non poter giocare insieme.
credo che il punto sia proprio nella relazione che si crea in un contesto di acr. i bambini sono spesso abituati a frequentare posti molto istituzionalizzati, mentre credo che l'acr offra la possibilità di un confronto informale, che permetta di crescere attraverso il gioco, il confronto fra pari, regole che insegnino a stare insieme.
sono d'accordo quando dici che le parrocchie che non riescono a costituire un gruppo acr perdano moltissimo, e mi domando cosa fare per fare in modo che questo succeda: puntare sugli animatori? sensibilizzare il parroco? di cosa ha bisogno un gruppo acr per funzionare bene e per essere veramente educativo per i bambini?
Quoto pienamente Giulia! Io credo, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, che per avere un ottimo gruppo acr sia necessaria una sinergia di forze: da una parte un parroco che sappia coinvolgere animatori, dall'altro un gruppo di educatori pronti a mettersi in gioco e allo stesso tempo a non dimenticare il contesto in cui è inserito il gruppo acr. Nel mio gruppo oltre al parroco è presente una coordinatrice del gruppo adulti di ac, una persona molto esigente, ma anche un punto di riferimento ormai imprescindibile sia nella stesura delle attività che negli incontri per rafforzare il nostro gruppo animatori.
RispondiEliminaConcordo pienamente sulla sinergia richiesta dalla buona riuscita dell'A.C.R. Solo nei momenti in cui c'è stata sinergia, nella mia breve esperienza di animatrice, si sono realizzate buone attività.L'A.C è anche un momento in cui si creano gruppi e amicizie importanti per la socializzazione dei ragazzi. Riguardo ai genitori è vero che non dovrebbero sottovalutare l'A.C, invitando i figli ad andarci ma...come biasimarli? Il figlio oltre alla scuola dovrebbe fare sport, catechismo e A.C...e magari perchè non imparare a suonare uno strumento? Sono fermamente convinta dell'importanza dell'A.C a livello formativo e della sua poca publicizzazione, ma qualche volta comprendo anche i genitori, quando non si tratta di pigrizia patologica.
RispondiEliminaSon d'accordo con quanto detto da Mattia e Giulia in precedenza... dalla mia esperienza di animatore (o meglio ex animatore, sempre se un animatore può in effetti essere "ex") ho notato che si può paragonare l'A.C.R. ad una torta (wow che fantasia eh?): se manca (o magari non è di "qualità") qualche ingrediente (un parroco presente, un gruppo unito e attivo ma anche il supporto di tutta la parrocchia) magari la torta può riuscire lo stesso ed essere addirittura mangiabile ma non sarà una buona torta!
RispondiEliminaRiguardo ai genitori dissento in parte con quanto scritto da Jlenia... è vero che i bimbi ultimamente son riempiti di "impegni" all'inverosimile e tocca ai genitori scarrozzarli in giro ma accompagnare all'A.C.R. non dovrebbe essere un "dovere" per i genitori, dovrebbe essere una GIOIA!!! Hanno la possibilità di portare il bimbo in un ambiente sano e "sicuro", che lo aiuta a crescere. Se poi l'A.C.R. (come spesso è capitato anche nella mia parrocchia) è visto dai genitori come un "parcheggio per bimbi finché le mamme vanno a fare la spesa"...