I bambini, in quanto tali, hanno molto bisogno di giocare ma poche occasioni per farlo. Nella maggior parte dei paesi a me limitrofi, per esempio, gli spazi dedicati al gioco libero dei fanciulli sono limitati o talvolta nemmeno ci sono. Facendo l’ACR mi rendo conto spesso di questo, ed è per ciò che cerco di ridurre al minimo le “conclusioni morali” dell’attività cercando di dedicare più tempo al gioco ad essa collegato.
Giocare provoca benessere e piacere; è una delle poche attività infantili che non richiedono serietà o eccessivo controllo personale; è fatto per divertirsi e proprio per questo non deve essere limitativo né eccessivamente controllato . Evoca un’ esperienza di libertà che con la fantasia rende possibile anche una modifica della realtà.
E’ un crescere divertendosi che favorisce lo sviluppo intellettivo del bambino, il quale mentre gioca entra in relazione sia con il mondo esterno ,scoprendolo, che con il proprio corpo prendendone contatto diretto e conoscenza; egli inoltre viene stimolato cognitivamente, cosa che concorre alla sua salute fisica e psichica: non giocare impoverisce.
Il momento del gioco può quindi avere diverse funzioni:
Giocare provoca benessere e piacere; è una delle poche attività infantili che non richiedono serietà o eccessivo controllo personale; è fatto per divertirsi e proprio per questo non deve essere limitativo né eccessivamente controllato . Evoca un’ esperienza di libertà che con la fantasia rende possibile anche una modifica della realtà.
E’ un crescere divertendosi che favorisce lo sviluppo intellettivo del bambino, il quale mentre gioca entra in relazione sia con il mondo esterno ,scoprendolo, che con il proprio corpo prendendone contatto diretto e conoscenza; egli inoltre viene stimolato cognitivamente, cosa che concorre alla sua salute fisica e psichica: non giocare impoverisce.
Il momento del gioco può quindi avere diverse funzioni:
· favorire la fiducia in sé e l’autostima del bambino, il quale si mette in gioco e si sperimenta contribuendo così a sviluppare al meglio le sue potenzialità o talenti magari ancora non emersi/nascosti. Di fronte ad un gioco si impara ad aver contatto con se stessi e a conoscersi, comprendere i propri limiti e capacità per accettarsi e cercare di migliorare. Ricevere una sconfitta durante il gioco non è sempre una cosa negativa: spesso accade che alcuni bambini perdendo o non raggiungendo ciò che vogliono abbiano scatti di “rabbia”, pianto o inizino ad alzare le mani; se ben seguito, il gioco può essere loro utile per controllare questi scatti di impulsività e a rilassarsi. Nel giocare non deve esserci tensione o cattiveria, soltanto un po’ di sana competitività che in alcuni casi è d’obbligo.
· Cresce, giocando, il senso di responsabilità e di rispetto infantile, per gli altri e delle regole che ha fissato chi ha proposto il gioco. E’ un imparare radicato alla realtà dove il bambino è soggetto attivo del suo apprendimento.
· Il ragazzino mentre gioca è inserito in molti casi all’interno di una squadra e ciò lo aiuta a sviluppare lo spirito di collaborazione e dello stare assieme al gruppo di coetanei.
· I coetanei, un altro importante elemento che caratterizza la giovane età. Un bambino che non ha fratelli ha bisogno di giocare con i ragazzi della sua età per avere un punto di confronto e quindi di crescita. I genitori, talvolta troppo impegnato nel lavoro, rischiano di trascurare l’ esigenza di giocare del bambino figlio unico per stanchezza o poca voglia, e di questo il bimbo ne risente. Resta sempre comunque importante, in qualsiasi caso, che il bambino abbia quotidiani contatti diretti con i coetanei, molto più simili a lui.
Froebel nel suo pensiero sosteneva saldamente l’importanza dell’attività ludica per il fanciullo: è la “libera e spontanea espressione della sua intera personalità” o meglio ancora “la totale manifestazione dell’infante” che entra prima in relazione con sé e poi con le cose che lo circondano come se queste ultime fossero vive.
Con il gioco egli conosce le forma delle cose in modo concerto, che cercherà poi di rappresentare nei disegni.
Oltre a Froebel anche Schiller da molta importanza al gioco dicendo che “l’uomo è pienamente tale solo quando gioca”. Il gioco è un’esperienza vitale ed universale perché non esiste luogo, epoca o cultura in cui non si giochi.
E’ un’esperienza totale perché coinvolge interamente l’individuo e non si limita alla sola età infantile ma affiora in tutte le fasi dell’età. Non è un semplice svago o passatempo che da felicità, ma influisce sulla crescita, sullo sviluppo della creatività, sulla capacità di socializzazione, sullo sviluppo affettivo, cognitivo, simbolico ecc…
L’attività ludica ha quindi importanza notevole per tutti i livelli d’età.
A mio parere dovrebbero essere ricreate maggiori occasioni di gioco comunitario e condiviso, non solo per i più piccoli.
Mi piacciono alcune iniziative sostenute e organizzate dalla mia parrocchia che hanno questo obiettivo: alcuni genitori organizzano dei ritrovi qualche domenica pomeriggio dedicati interamente al gioco e al divertimento, dei più piccoli e non solo.
Con il gioco egli conosce le forma delle cose in modo concerto, che cercherà poi di rappresentare nei disegni.
Oltre a Froebel anche Schiller da molta importanza al gioco dicendo che “l’uomo è pienamente tale solo quando gioca”. Il gioco è un’esperienza vitale ed universale perché non esiste luogo, epoca o cultura in cui non si giochi.
E’ un’esperienza totale perché coinvolge interamente l’individuo e non si limita alla sola età infantile ma affiora in tutte le fasi dell’età. Non è un semplice svago o passatempo che da felicità, ma influisce sulla crescita, sullo sviluppo della creatività, sulla capacità di socializzazione, sullo sviluppo affettivo, cognitivo, simbolico ecc…
L’attività ludica ha quindi importanza notevole per tutti i livelli d’età.
A mio parere dovrebbero essere ricreate maggiori occasioni di gioco comunitario e condiviso, non solo per i più piccoli.
Mi piacciono alcune iniziative sostenute e organizzate dalla mia parrocchia che hanno questo obiettivo: alcuni genitori organizzano dei ritrovi qualche domenica pomeriggio dedicati interamente al gioco e al divertimento, dei più piccoli e non solo.
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