mercoledì 14 settembre 2011

METTIAMOCI ALLA PROVA : una nuova sfida.

Uso il pretesto del grest per raccontare un mio vissuto e cercare di condividere quello che io ho provato.
La scelta di quale fascia d’età animare non viene presa da noi animatori in pima persona ma è il risultato di un lavoro fatto dal parroco e dalla nostra responsabile ACR, i quali avendo davanti una lista di tutti gli animatori e conoscendone personalmente la maggior parte, cercano di creare dei raggruppamenti nel modo più equilibrato possibile .
Dopo essersi fatti un’idea anche generale chiedono il nostro parere ma… come si può non accettare di animare il gruppo prima e seconda media quando ci si rende conto che non ci sono altri animatori “adatti” a farlo? Tutti troppo piccoli per animare questi ragazzi, o impegnati in altri gruppi perché non se la sentono di passare già alle medie. Eh, a dire il vero nemmeno ero pronta. Mi sentivo inadatta a quella situazione, probabilmente perché era la prima volta ma non sapevo proprio come e da che parte iniziare. Ero abituata a parlare con i bambini delle elementari e non sapevo nemmeno che linguaggio usare con loro. Di consolazione mi era il fatto che ad una mia amica era toccata la terza media e che quindi mi poteva andare peggio
J.
L’animatore deve avere la capacità di problem-solving anche nei momenti più critici e in quanto tale pure io dovevo avercela.
Fortunatamente ho avuto come compagno di avventure Simone, un animatore che era stato già al campo scuola e che quindi conosceva un po’ meglio di me questi ragazzi. Durante la preparazione tutto sembrava andare bene, le attività che ideavo mi piacevano e lo sesso pensavano le persone a cui chiedevo consiglio. Però Simone finché organizzavamo il grest era impegnato a preparare il campo scuola e quindi non mi poteva aiutare, cosa che invece mi sarebbe stata molto utile poiché sapeva meglio di me chi ci saremo trovati davanti. Un po’ ad occhi chiusi ho provato a ideare le attività anticipando una breve attività-riflessione al gioco più attivo. Tutto era pronto per il primo giorno di grest. Il tema era l’amicizia… avevo preparato tanti bei discorsi sulla fiducia, sui veri amici, sul fatto che non si devono escludere le persone dai gruppi ne bisogna deriderle ecc. ma non appena ho visti i ragazzini  mi sono chiesta “chissà quante volte hanno sentito parlare di queste cose loro? risulterò sicuramente banale!!” . L’amicizia è un tema molto trattato e io probabilmente stavo per dire cose banali e basta; ma mi sono resa conto di ciò solo dopo aver avuto un contatto diretto con il gruppo. Troppo tardi! Ed ecco che la mia attività stava andando in frantumi.
Era solo l’inizio, e io stavo già per entrare in panico. Parlavo io e c’era una confusione totale, parlava Simone e almeno qualcuno lo stava ad ascoltare. Quel giorno l’attività è stata un po’ condotta improvvisando ma questo ha servito da lezione per i giorni successivi. Ci siamo resi conto, riflettendoci su, che il gruppo era un po’ troppo numeroso per essere gestito da solo due persone e per ciò abbiamo chiesto qualche animatore in ausilio. Ma questo non era sufficiente: dovevo essere più coinvolgente  ed eliminare le mie paure, dovevo buttarmi, provarci… l’animatore è fatto apposta per fare figuracce! Ed era proprio quello che io dovevo fare, sciogliermi e buttarmi in mezzo al gruppo. Ho iniziato a fare assieme a loro i giochi che proponevo(cosa utile anche per capire se erano orribili), durante le pause mi sedevo qualche volta tra di loro a parlare, li trattavo da grandi , cercavo di rivolgermi a loro senza far trasparire le mie preoccupazioni anche se a far tutto questo facevo molta fatica. Tre giorni per ingranare e solo uno di buona riuscita dell’attività ma il risultato positivo anche solo di una giornata mi ha dato soddisfazione perché mi sono messa alla prova, perché mi sono messa in gioco e perché ho capito che ci posso riuscire.
Devo dire che se non fosse stato per Simone mi sarei molto più scoraggiata sin dall’inizio; molte volte passavo la parola a lui nei momenti in cui non sapevo più che dire e lui in altrettanti casi la passava a me: è stato un bel lavoro di collaborazione. In fin dei conti io credo che proprio questo sia il compito del gruppo animatori, dare man forte nelle situazioni di crisi e difficoltà in modo reciproco, per crescere e diventare un gruppo sempre più solido e forte, tenuto saldo da legami di amicizia e non solo di “lavoro” .

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