Se qualcuno mi chiedesse quali sono le caretteristiche più importanti per essere un buon anumatore... beh, gli mostrerei questa vignetta che le esprime al meglio.
Non vengono richieste chissà che capacità,
ma soltanto queste e tanta dinamicità :) .
ACR,moralità e gioco con i bambini !
giovedì 22 settembre 2011
mercoledì 21 settembre 2011
MA... PERCHE' QUESTO BLOG???
Tra le tante idee che mi passavano per la testa ho preferito parlare dell’ambito ACR nel mio blog perché è una delle attività che faccio a cui dedico molto del mio tempo e che mi coinvolge davvero tanto.
Per non rischiare di dire banalità ho per lo più raccontato la mia esperienza personale, riportando in base ad essa i miei pensieri e le idee che nel corso del tempo mi sono fatta.
Alcune delle vicende riportate, durante il loro accadere, non sono state del tutto positive ma fortunatamente hanno avuto per lo più un lieto risvolto e sono diventate quindi per me di rilevante importanza.
Fare ACR non aiuta a diventare una “brava maestrina” : è un vissuto che ci mette a contatto diretto con le persone, che ci aiuta a rapportarci con il mondo esterno in modo che tale confronto sia utile per la nostra crescita personale e maturità, e allo stesso tempo ci renda utili per la crescita degli altri.
Devo essere sincera, non è sempre facile svegliarsi la domenica mattina per andare a messa e poi fare ACR se il sabato sera si è tornati tardi e si è pieni di sonno, costretti a mettere un paio di occhiali da sole neri che nascondano le occhiaie e per evitare di sentirsi dire “Hai sonno maestra??” J. Ma poi la fatica è tutta ricompensata; è un’attività di volontariato che gratifica, che ti rende felice! I bambini hanno un potere magico verso di me, mi rendono spensierata anche solo con un sorriso. Stare a contatto con loro mi fa staccare la testa da tutto; mi concerto su di loro, su come farli divertire e sentire a proprio agio, e loro allo stesso tempo fanno divertire me. E’ una cosa strana da spiegare: tantissime persone mi chiedono chi me lo fa fare, ma a me piace e non è di alcun peso.
E’ molto evidente quindi che parlato per lo più di me in questo blog perché credo (e spero più che altro) che dalle esperienze di una persona talvolta si possa capire molto di più che da un libro o sito internet esplicativo; quello che gli altri raccontano ti coinvolge in un modo più concreto e reale, non astratto o puramente didattico. Ogni tanto faccio riferimento a qualche autore o pedagogista in alcuni post per concretizzare o dare addito ad alcune affermazioni, non campate nell’aria o irreali.
Spero che nel mio piccolo con questo blog possa essere o possa essere stata utile a coloro che come me hanno esperienze di tale genere, come punto di confronto o anche di “scontro” per chi invece la pensa in modo diverso. O magari quello che ho scritto ha invogliato qualcuno e diventare animatore, si sa mai ;) .
Ringrazio tutti coloro che continuano a commentare e partecipare al mio blog con idee, argomentazioni e suggerimenti, tutti molto interessanti e super apprezzati J .
Per non rischiare di dire banalità ho per lo più raccontato la mia esperienza personale, riportando in base ad essa i miei pensieri e le idee che nel corso del tempo mi sono fatta.
Alcune delle vicende riportate, durante il loro accadere, non sono state del tutto positive ma fortunatamente hanno avuto per lo più un lieto risvolto e sono diventate quindi per me di rilevante importanza.
Fare ACR non aiuta a diventare una “brava maestrina” : è un vissuto che ci mette a contatto diretto con le persone, che ci aiuta a rapportarci con il mondo esterno in modo che tale confronto sia utile per la nostra crescita personale e maturità, e allo stesso tempo ci renda utili per la crescita degli altri.
Devo essere sincera, non è sempre facile svegliarsi la domenica mattina per andare a messa e poi fare ACR se il sabato sera si è tornati tardi e si è pieni di sonno, costretti a mettere un paio di occhiali da sole neri che nascondano le occhiaie e per evitare di sentirsi dire “Hai sonno maestra??” J. Ma poi la fatica è tutta ricompensata; è un’attività di volontariato che gratifica, che ti rende felice! I bambini hanno un potere magico verso di me, mi rendono spensierata anche solo con un sorriso. Stare a contatto con loro mi fa staccare la testa da tutto; mi concerto su di loro, su come farli divertire e sentire a proprio agio, e loro allo stesso tempo fanno divertire me. E’ una cosa strana da spiegare: tantissime persone mi chiedono chi me lo fa fare, ma a me piace e non è di alcun peso.
E’ molto evidente quindi che parlato per lo più di me in questo blog perché credo (e spero più che altro) che dalle esperienze di una persona talvolta si possa capire molto di più che da un libro o sito internet esplicativo; quello che gli altri raccontano ti coinvolge in un modo più concreto e reale, non astratto o puramente didattico. Ogni tanto faccio riferimento a qualche autore o pedagogista in alcuni post per concretizzare o dare addito ad alcune affermazioni, non campate nell’aria o irreali.
Spero che nel mio piccolo con questo blog possa essere o possa essere stata utile a coloro che come me hanno esperienze di tale genere, come punto di confronto o anche di “scontro” per chi invece la pensa in modo diverso. O magari quello che ho scritto ha invogliato qualcuno e diventare animatore, si sa mai ;) .
Ringrazio tutti coloro che continuano a commentare e partecipare al mio blog con idee, argomentazioni e suggerimenti, tutti molto interessanti e super apprezzati J .
lunedì 19 settembre 2011
CRESCERE GIOCANDO!!...
I bambini, in quanto tali, hanno molto bisogno di giocare ma poche occasioni per farlo. Nella maggior parte dei paesi a me limitrofi, per esempio, gli spazi dedicati al gioco libero dei fanciulli sono limitati o talvolta nemmeno ci sono. Facendo l’ACR mi rendo conto spesso di questo, ed è per ciò che cerco di ridurre al minimo le “conclusioni morali” dell’attività cercando di dedicare più tempo al gioco ad essa collegato.
Giocare provoca benessere e piacere; è una delle poche attività infantili che non richiedono serietà o eccessivo controllo personale; è fatto per divertirsi e proprio per questo non deve essere limitativo né eccessivamente controllato . Evoca un’ esperienza di libertà che con la fantasia rende possibile anche una modifica della realtà.
E’ un crescere divertendosi che favorisce lo sviluppo intellettivo del bambino, il quale mentre gioca entra in relazione sia con il mondo esterno ,scoprendolo, che con il proprio corpo prendendone contatto diretto e conoscenza; egli inoltre viene stimolato cognitivamente, cosa che concorre alla sua salute fisica e psichica: non giocare impoverisce.
Il momento del gioco può quindi avere diverse funzioni:
Giocare provoca benessere e piacere; è una delle poche attività infantili che non richiedono serietà o eccessivo controllo personale; è fatto per divertirsi e proprio per questo non deve essere limitativo né eccessivamente controllato . Evoca un’ esperienza di libertà che con la fantasia rende possibile anche una modifica della realtà.
E’ un crescere divertendosi che favorisce lo sviluppo intellettivo del bambino, il quale mentre gioca entra in relazione sia con il mondo esterno ,scoprendolo, che con il proprio corpo prendendone contatto diretto e conoscenza; egli inoltre viene stimolato cognitivamente, cosa che concorre alla sua salute fisica e psichica: non giocare impoverisce.
Il momento del gioco può quindi avere diverse funzioni:
· favorire la fiducia in sé e l’autostima del bambino, il quale si mette in gioco e si sperimenta contribuendo così a sviluppare al meglio le sue potenzialità o talenti magari ancora non emersi/nascosti. Di fronte ad un gioco si impara ad aver contatto con se stessi e a conoscersi, comprendere i propri limiti e capacità per accettarsi e cercare di migliorare. Ricevere una sconfitta durante il gioco non è sempre una cosa negativa: spesso accade che alcuni bambini perdendo o non raggiungendo ciò che vogliono abbiano scatti di “rabbia”, pianto o inizino ad alzare le mani; se ben seguito, il gioco può essere loro utile per controllare questi scatti di impulsività e a rilassarsi. Nel giocare non deve esserci tensione o cattiveria, soltanto un po’ di sana competitività che in alcuni casi è d’obbligo.
· Cresce, giocando, il senso di responsabilità e di rispetto infantile, per gli altri e delle regole che ha fissato chi ha proposto il gioco. E’ un imparare radicato alla realtà dove il bambino è soggetto attivo del suo apprendimento.
· Il ragazzino mentre gioca è inserito in molti casi all’interno di una squadra e ciò lo aiuta a sviluppare lo spirito di collaborazione e dello stare assieme al gruppo di coetanei.
· I coetanei, un altro importante elemento che caratterizza la giovane età. Un bambino che non ha fratelli ha bisogno di giocare con i ragazzi della sua età per avere un punto di confronto e quindi di crescita. I genitori, talvolta troppo impegnato nel lavoro, rischiano di trascurare l’ esigenza di giocare del bambino figlio unico per stanchezza o poca voglia, e di questo il bimbo ne risente. Resta sempre comunque importante, in qualsiasi caso, che il bambino abbia quotidiani contatti diretti con i coetanei, molto più simili a lui.
Froebel nel suo pensiero sosteneva saldamente l’importanza dell’attività ludica per il fanciullo: è la “libera e spontanea espressione della sua intera personalità” o meglio ancora “la totale manifestazione dell’infante” che entra prima in relazione con sé e poi con le cose che lo circondano come se queste ultime fossero vive.
Con il gioco egli conosce le forma delle cose in modo concerto, che cercherà poi di rappresentare nei disegni.
Oltre a Froebel anche Schiller da molta importanza al gioco dicendo che “l’uomo è pienamente tale solo quando gioca”. Il gioco è un’esperienza vitale ed universale perché non esiste luogo, epoca o cultura in cui non si giochi.
E’ un’esperienza totale perché coinvolge interamente l’individuo e non si limita alla sola età infantile ma affiora in tutte le fasi dell’età. Non è un semplice svago o passatempo che da felicità, ma influisce sulla crescita, sullo sviluppo della creatività, sulla capacità di socializzazione, sullo sviluppo affettivo, cognitivo, simbolico ecc…
L’attività ludica ha quindi importanza notevole per tutti i livelli d’età.
A mio parere dovrebbero essere ricreate maggiori occasioni di gioco comunitario e condiviso, non solo per i più piccoli.
Mi piacciono alcune iniziative sostenute e organizzate dalla mia parrocchia che hanno questo obiettivo: alcuni genitori organizzano dei ritrovi qualche domenica pomeriggio dedicati interamente al gioco e al divertimento, dei più piccoli e non solo.
Con il gioco egli conosce le forma delle cose in modo concerto, che cercherà poi di rappresentare nei disegni.
Oltre a Froebel anche Schiller da molta importanza al gioco dicendo che “l’uomo è pienamente tale solo quando gioca”. Il gioco è un’esperienza vitale ed universale perché non esiste luogo, epoca o cultura in cui non si giochi.
E’ un’esperienza totale perché coinvolge interamente l’individuo e non si limita alla sola età infantile ma affiora in tutte le fasi dell’età. Non è un semplice svago o passatempo che da felicità, ma influisce sulla crescita, sullo sviluppo della creatività, sulla capacità di socializzazione, sullo sviluppo affettivo, cognitivo, simbolico ecc…
L’attività ludica ha quindi importanza notevole per tutti i livelli d’età.
A mio parere dovrebbero essere ricreate maggiori occasioni di gioco comunitario e condiviso, non solo per i più piccoli.
Mi piacciono alcune iniziative sostenute e organizzate dalla mia parrocchia che hanno questo obiettivo: alcuni genitori organizzano dei ritrovi qualche domenica pomeriggio dedicati interamente al gioco e al divertimento, dei più piccoli e non solo.
mercoledì 14 settembre 2011
METTIAMOCI ALLA PROVA : una nuova sfida.
Uso il pretesto del grest per raccontare un mio vissuto e cercare di condividere quello che io ho provato.
La scelta di quale fascia d’età animare non viene presa da noi animatori in pima persona ma è il risultato di un lavoro fatto dal parroco e dalla nostra responsabile ACR, i quali avendo davanti una lista di tutti gli animatori e conoscendone personalmente la maggior parte, cercano di creare dei raggruppamenti nel modo più equilibrato possibile .
Dopo essersi fatti un’idea anche generale chiedono il nostro parere ma… come si può non accettare di animare il gruppo prima e seconda media quando ci si rende conto che non ci sono altri animatori “adatti” a farlo? Tutti troppo piccoli per animare questi ragazzi, o impegnati in altri gruppi perché non se la sentono di passare già alle medie. Eh, a dire il vero nemmeno ero pronta. Mi sentivo inadatta a quella situazione, probabilmente perché era la prima volta ma non sapevo proprio come e da che parte iniziare. Ero abituata a parlare con i bambini delle elementari e non sapevo nemmeno che linguaggio usare con loro. Di consolazione mi era il fatto che ad una mia amica era toccata la terza media e che quindi mi poteva andare peggio J.
L’animatore deve avere la capacità di problem-solving anche nei momenti più critici e in quanto tale pure io dovevo avercela.
Fortunatamente ho avuto come compagno di avventure Simone, un animatore che era stato già al campo scuola e che quindi conosceva un po’ meglio di me questi ragazzi. Durante la preparazione tutto sembrava andare bene, le attività che ideavo mi piacevano e lo sesso pensavano le persone a cui chiedevo consiglio. Però Simone finché organizzavamo il grest era impegnato a preparare il campo scuola e quindi non mi poteva aiutare, cosa che invece mi sarebbe stata molto utile poiché sapeva meglio di me chi ci saremo trovati davanti. Un po’ ad occhi chiusi ho provato a ideare le attività anticipando una breve attività-riflessione al gioco più attivo. Tutto era pronto per il primo giorno di grest. Il tema era l’amicizia… avevo preparato tanti bei discorsi sulla fiducia, sui veri amici, sul fatto che non si devono escludere le persone dai gruppi ne bisogna deriderle ecc. ma non appena ho visti i ragazzini mi sono chiesta “chissà quante volte hanno sentito parlare di queste cose loro? risulterò sicuramente banale!!” . L’amicizia è un tema molto trattato e io probabilmente stavo per dire cose banali e basta; ma mi sono resa conto di ciò solo dopo aver avuto un contatto diretto con il gruppo. Troppo tardi! Ed ecco che la mia attività stava andando in frantumi.
Era solo l’inizio, e io stavo già per entrare in panico. Parlavo io e c’era una confusione totale, parlava Simone e almeno qualcuno lo stava ad ascoltare. Quel giorno l’attività è stata un po’ condotta improvvisando ma questo ha servito da lezione per i giorni successivi. Ci siamo resi conto, riflettendoci su, che il gruppo era un po’ troppo numeroso per essere gestito da solo due persone e per ciò abbiamo chiesto qualche animatore in ausilio. Ma questo non era sufficiente: dovevo essere più coinvolgente ed eliminare le mie paure, dovevo buttarmi, provarci… l’animatore è fatto apposta per fare figuracce! Ed era proprio quello che io dovevo fare, sciogliermi e buttarmi in mezzo al gruppo. Ho iniziato a fare assieme a loro i giochi che proponevo(cosa utile anche per capire se erano orribili), durante le pause mi sedevo qualche volta tra di loro a parlare, li trattavo da grandi , cercavo di rivolgermi a loro senza far trasparire le mie preoccupazioni anche se a far tutto questo facevo molta fatica. Tre giorni per ingranare e solo uno di buona riuscita dell’attività ma il risultato positivo anche solo di una giornata mi ha dato soddisfazione perché mi sono messa alla prova, perché mi sono messa in gioco e perché ho capito che ci posso riuscire.
Devo dire che se non fosse stato per Simone mi sarei molto più scoraggiata sin dall’inizio; molte volte passavo la parola a lui nei momenti in cui non sapevo più che dire e lui in altrettanti casi la passava a me: è stato un bel lavoro di collaborazione. In fin dei conti io credo che proprio questo sia il compito del gruppo animatori, dare man forte nelle situazioni di crisi e difficoltà in modo reciproco, per crescere e diventare un gruppo sempre più solido e forte, tenuto saldo da legami di amicizia e non solo di “lavoro” .
La scelta di quale fascia d’età animare non viene presa da noi animatori in pima persona ma è il risultato di un lavoro fatto dal parroco e dalla nostra responsabile ACR, i quali avendo davanti una lista di tutti gli animatori e conoscendone personalmente la maggior parte, cercano di creare dei raggruppamenti nel modo più equilibrato possibile .
Dopo essersi fatti un’idea anche generale chiedono il nostro parere ma… come si può non accettare di animare il gruppo prima e seconda media quando ci si rende conto che non ci sono altri animatori “adatti” a farlo? Tutti troppo piccoli per animare questi ragazzi, o impegnati in altri gruppi perché non se la sentono di passare già alle medie. Eh, a dire il vero nemmeno ero pronta. Mi sentivo inadatta a quella situazione, probabilmente perché era la prima volta ma non sapevo proprio come e da che parte iniziare. Ero abituata a parlare con i bambini delle elementari e non sapevo nemmeno che linguaggio usare con loro. Di consolazione mi era il fatto che ad una mia amica era toccata la terza media e che quindi mi poteva andare peggio J.
L’animatore deve avere la capacità di problem-solving anche nei momenti più critici e in quanto tale pure io dovevo avercela.
Fortunatamente ho avuto come compagno di avventure Simone, un animatore che era stato già al campo scuola e che quindi conosceva un po’ meglio di me questi ragazzi. Durante la preparazione tutto sembrava andare bene, le attività che ideavo mi piacevano e lo sesso pensavano le persone a cui chiedevo consiglio. Però Simone finché organizzavamo il grest era impegnato a preparare il campo scuola e quindi non mi poteva aiutare, cosa che invece mi sarebbe stata molto utile poiché sapeva meglio di me chi ci saremo trovati davanti. Un po’ ad occhi chiusi ho provato a ideare le attività anticipando una breve attività-riflessione al gioco più attivo. Tutto era pronto per il primo giorno di grest. Il tema era l’amicizia… avevo preparato tanti bei discorsi sulla fiducia, sui veri amici, sul fatto che non si devono escludere le persone dai gruppi ne bisogna deriderle ecc. ma non appena ho visti i ragazzini mi sono chiesta “chissà quante volte hanno sentito parlare di queste cose loro? risulterò sicuramente banale!!” . L’amicizia è un tema molto trattato e io probabilmente stavo per dire cose banali e basta; ma mi sono resa conto di ciò solo dopo aver avuto un contatto diretto con il gruppo. Troppo tardi! Ed ecco che la mia attività stava andando in frantumi.
Era solo l’inizio, e io stavo già per entrare in panico. Parlavo io e c’era una confusione totale, parlava Simone e almeno qualcuno lo stava ad ascoltare. Quel giorno l’attività è stata un po’ condotta improvvisando ma questo ha servito da lezione per i giorni successivi. Ci siamo resi conto, riflettendoci su, che il gruppo era un po’ troppo numeroso per essere gestito da solo due persone e per ciò abbiamo chiesto qualche animatore in ausilio. Ma questo non era sufficiente: dovevo essere più coinvolgente ed eliminare le mie paure, dovevo buttarmi, provarci… l’animatore è fatto apposta per fare figuracce! Ed era proprio quello che io dovevo fare, sciogliermi e buttarmi in mezzo al gruppo. Ho iniziato a fare assieme a loro i giochi che proponevo(cosa utile anche per capire se erano orribili), durante le pause mi sedevo qualche volta tra di loro a parlare, li trattavo da grandi , cercavo di rivolgermi a loro senza far trasparire le mie preoccupazioni anche se a far tutto questo facevo molta fatica. Tre giorni per ingranare e solo uno di buona riuscita dell’attività ma il risultato positivo anche solo di una giornata mi ha dato soddisfazione perché mi sono messa alla prova, perché mi sono messa in gioco e perché ho capito che ci posso riuscire.
Devo dire che se non fosse stato per Simone mi sarei molto più scoraggiata sin dall’inizio; molte volte passavo la parola a lui nei momenti in cui non sapevo più che dire e lui in altrettanti casi la passava a me: è stato un bel lavoro di collaborazione. In fin dei conti io credo che proprio questo sia il compito del gruppo animatori, dare man forte nelle situazioni di crisi e difficoltà in modo reciproco, per crescere e diventare un gruppo sempre più solido e forte, tenuto saldo da legami di amicizia e non solo di “lavoro” .
lunedì 12 settembre 2011
ED ORA... TIRIAMO UN PO' LE SOMME !!
Quando verso giugno abbiamo iniziato a sondare il terreno per cominciare a parlare del GREST mi sono resa conto di essere una delle poche animatrici ACR rimaste disponibili e quindi in un certo senso era d’obbligo che accettassi di esserne una delle organizzatrici, nonostante l’impresa si presentasse ardua sin dall’inizio.
Alla prima riunione si sono proposti ben 32 nuovi animatori.
Certo, in un primo momento si può pensare: “positivo, ci sarà meno lavoro da fare se siamo in tanti a dividercelo!”.. E invece no!!! chi ha fatto questo ragionamento non sa che di questi 32 animatori quasi tutti erano ragazzi che avevano appena finito la prima superiore e che quindi fino allo scorso anno erano animati al GREST.
Di certo, essendo un’attività di volontariato aperta a tutti , non si potevano escludere a priori certe persone quindi rimboccandoci le maniche abbiamo iniziato a lavorare tutti assieme.
Fortunatamente, e lo dico senza cattiveria, i meno volenterosi dopo i primi 3 incontri di formazione che abbiamo fatto con un’educatrice si sono ritirati riducendo in buona parte i cosiddetti “Animissimi” e quindi le nostre fatiche.
Per dirla in breve è stato un doppio grest, se così si può definire.
Eravamo solo 7 ragazzi grandi e dovevamo fare da animatori sia ai bambini iscritti al grest che a queste nuove reclute un po’ inesperte.
Ma non ci siamo fatti scoraggiare. Facevamo 3 riunioni a settimana con questi ragazzi: un incontro con l’educatrice e due solo noi animatori. Dalle basi e raccontando le nostre esperienze abbiamo cercato di insegnare loro quel poco che noi sappiamo su come si fa animazione e tutto sommato alla fine non è andata male.
Ciò che mi preoccupava all’inizio era il fatto che da sempre negli incontri per gli educatori ACR ci veniva detto “non si può essere animatori se non si è abbastanza maturi, disponibili, responsabili, capaci di collaborare tra di noi e con gli altri”, ed era in questo che i nuovi ragazzi erano forse un po’ carenti.
Gli animatori sono i protagonisti del grest, nel senso che tutti guardano ciò che loro fanno e inevitabilmente prendono quell’azione come giusta.
Un animatore che fuma, che va in giro per tutta la mattina con una cuffietta dell’ mp3 all’orecchio con la musica talmente alta che non riesce nemmeno sentire se un bambino o altri lo stanno chiamando sbraitando, o che usa il cellulare davanti ai ragazzi quando nel regolamento per i piccoli è scritto “lasciate a casa i cellulari!” forse ha bisogno ancora di qualche insegnamento da parte di chi ne sa di più; ed è per questo che abbiamo chiesto aiuto ad un’educatrice molto disponibile e preparata di nome Marisa.
Devo essere sincera e dire però che questo è stato uno dei grest più belli che ho fatto.
La responsabilità che mi sentivo addosso era alleggerita dal fatto che pure io mi stavo divertendo ad essere lì, e non poco. Si è venuto a creare un bel clima tra di noi animatori e questo ha aiutato molto. Certo di sbagli ce ne sono stati, di rimproveri altrettanti ma d’altra parte è dagli errori che si impara; sono stata anche io un’animatrice molto impacciata ed inesperta: non mi sarebbe stato di certo d’aiuto ricevere drammatiche sgridate o innumerevoli commenti negativi, quindi a volte io stessa chiudevo un occhio sugli sbagli meno importanti o prendevo da parte l’animatore( non erano soltanto le nuove reclute a sbagliare) e con tranquillità cercavo di spiegargli l’accaduto. La questione veniva risolta e tranquillamente non si ripresentava più.
Se quindi per i bambini il GREST è un occasione di divertimento ma anche di crescita e formazione, lo è altrettanto per gli animatori. A contatto con i bambini si impara ad essere “fratelli maggiori”… un mix per entrambe le parti di gioco(divertimento) e moralità(crescita interiore) perché non dobbiamo dimenticare che tutto ciò è fatto all’interno di un ambito parrocchiale e quindi religioso che ha lo scopo di trasmettere sempre dei buoni e utili valori.
E’ stata una settimana di grest che mi ha veramente soddisfatto, e credo che se questa volta è andata così, il prossimo anno sarà ancora più divertente.
Alla prima riunione si sono proposti ben 32 nuovi animatori.
Certo, in un primo momento si può pensare: “positivo, ci sarà meno lavoro da fare se siamo in tanti a dividercelo!”.. E invece no!!! chi ha fatto questo ragionamento non sa che di questi 32 animatori quasi tutti erano ragazzi che avevano appena finito la prima superiore e che quindi fino allo scorso anno erano animati al GREST.
Di certo, essendo un’attività di volontariato aperta a tutti , non si potevano escludere a priori certe persone quindi rimboccandoci le maniche abbiamo iniziato a lavorare tutti assieme.
Fortunatamente, e lo dico senza cattiveria, i meno volenterosi dopo i primi 3 incontri di formazione che abbiamo fatto con un’educatrice si sono ritirati riducendo in buona parte i cosiddetti “Animissimi” e quindi le nostre fatiche.
Per dirla in breve è stato un doppio grest, se così si può definire.
Eravamo solo 7 ragazzi grandi e dovevamo fare da animatori sia ai bambini iscritti al grest che a queste nuove reclute un po’ inesperte.
Ma non ci siamo fatti scoraggiare. Facevamo 3 riunioni a settimana con questi ragazzi: un incontro con l’educatrice e due solo noi animatori. Dalle basi e raccontando le nostre esperienze abbiamo cercato di insegnare loro quel poco che noi sappiamo su come si fa animazione e tutto sommato alla fine non è andata male.
Ciò che mi preoccupava all’inizio era il fatto che da sempre negli incontri per gli educatori ACR ci veniva detto “non si può essere animatori se non si è abbastanza maturi, disponibili, responsabili, capaci di collaborare tra di noi e con gli altri”, ed era in questo che i nuovi ragazzi erano forse un po’ carenti.
Gli animatori sono i protagonisti del grest, nel senso che tutti guardano ciò che loro fanno e inevitabilmente prendono quell’azione come giusta.
Un animatore che fuma, che va in giro per tutta la mattina con una cuffietta dell’ mp3 all’orecchio con la musica talmente alta che non riesce nemmeno sentire se un bambino o altri lo stanno chiamando sbraitando, o che usa il cellulare davanti ai ragazzi quando nel regolamento per i piccoli è scritto “lasciate a casa i cellulari!” forse ha bisogno ancora di qualche insegnamento da parte di chi ne sa di più; ed è per questo che abbiamo chiesto aiuto ad un’educatrice molto disponibile e preparata di nome Marisa.
Devo essere sincera e dire però che questo è stato uno dei grest più belli che ho fatto.
La responsabilità che mi sentivo addosso era alleggerita dal fatto che pure io mi stavo divertendo ad essere lì, e non poco. Si è venuto a creare un bel clima tra di noi animatori e questo ha aiutato molto. Certo di sbagli ce ne sono stati, di rimproveri altrettanti ma d’altra parte è dagli errori che si impara; sono stata anche io un’animatrice molto impacciata ed inesperta: non mi sarebbe stato di certo d’aiuto ricevere drammatiche sgridate o innumerevoli commenti negativi, quindi a volte io stessa chiudevo un occhio sugli sbagli meno importanti o prendevo da parte l’animatore( non erano soltanto le nuove reclute a sbagliare) e con tranquillità cercavo di spiegargli l’accaduto. La questione veniva risolta e tranquillamente non si ripresentava più.
Se quindi per i bambini il GREST è un occasione di divertimento ma anche di crescita e formazione, lo è altrettanto per gli animatori. A contatto con i bambini si impara ad essere “fratelli maggiori”… un mix per entrambe le parti di gioco(divertimento) e moralità(crescita interiore) perché non dobbiamo dimenticare che tutto ciò è fatto all’interno di un ambito parrocchiale e quindi religioso che ha lo scopo di trasmettere sempre dei buoni e utili valori.
E’ stata una settimana di grest che mi ha veramente soddisfatto, e credo che se questa volta è andata così, il prossimo anno sarà ancora più divertente.
martedì 30 agosto 2011
Ma GREST e ACR sono la stessa cosa??...
Mi piace il commento di Ilaria al mio ultimo post, rende bene l’idea di quello che è il GREST e di quale sia in parte il suo obiettivo.
E’ una proposta che serve proprio a non far andare in frantumi il lavoro di un anno di ACR; è un proseguire meno intenso e, se si può dire, meno impegnativo ma sempre molto utile.
Al grest ci sono circo 130 bambini iscritti sempre presenti, indice del fatto che è un’attività molto apprezzata sia dai genitori che dai ragazzi.
Lo definisco meno impegnativo perché avendo più tempo a disposizione si riescono a ricavare molti più spazi di puro gioco rispetto all’ora che abbiamo la domenica mattina. I bambini, o almeno quelli della mia parrocchia, hanno molto bisogno di giocare assieme all’aperto. Ci è stato persino richiesto più volte di fare il GREST anche dopo pranzo, e i bambini che ci vedevano lì al pomeriggio a preparare per il giorno dopo ci chiedevano di fargli fare qualche gioco o giocare con loro. E’ un’occasione per stare assieme e divertirsi, senza passare tutto il giorno chiusi in casa tra TV, compiti e video giochi.
Lo stampo alla base di ACR e GREST è molto simile, per non dire lo stesso; sicuramente la variabile tempo influisce molto nel differenziarli poiché avendo a disposizione un’intera mattina è possibile una più vasta gamma di iniziative come per esempio i laboratori per la preparazione di lavoretti da portare a casa o da vendere alla serata finale, cosa che da ai bambini molta soddisfazione.
Per quanto riguarda i giochi della domenica mattina, prima o dopo l’attività, sono molto liberi e lasciati all’iniziativa dei ragazzi: calcio, flipper, pallavolo, salto alla corda… mentre al grest sono preparati anticipatamente per ogni momento, non ci sono spazi vuoti o di gioco libero in quanto avendo a che fare con un centinaio di ragazzi la cosa risulterebbe un po’ dispersiva o meglio caotica.
Entrambe queste iniziative sono proposte dall’Azione Cattolica mettendo a disposizione dei sussidi per gli animatori che fanno da linee guida nello svolgimento delle attività, dei giochi e dei laboratori.
Ultimo ma non meno importante obiettivo del grest è quello di essere un ottimo trampolino di lancio per i neo-animatori, ovvero i ragazzi del gruppo giovanissimi che hanno voglia di mettersi alla prova come animatori.
E’ una proposta che serve proprio a non far andare in frantumi il lavoro di un anno di ACR; è un proseguire meno intenso e, se si può dire, meno impegnativo ma sempre molto utile.
Al grest ci sono circo 130 bambini iscritti sempre presenti, indice del fatto che è un’attività molto apprezzata sia dai genitori che dai ragazzi.
Lo definisco meno impegnativo perché avendo più tempo a disposizione si riescono a ricavare molti più spazi di puro gioco rispetto all’ora che abbiamo la domenica mattina. I bambini, o almeno quelli della mia parrocchia, hanno molto bisogno di giocare assieme all’aperto. Ci è stato persino richiesto più volte di fare il GREST anche dopo pranzo, e i bambini che ci vedevano lì al pomeriggio a preparare per il giorno dopo ci chiedevano di fargli fare qualche gioco o giocare con loro. E’ un’occasione per stare assieme e divertirsi, senza passare tutto il giorno chiusi in casa tra TV, compiti e video giochi.
Lo stampo alla base di ACR e GREST è molto simile, per non dire lo stesso; sicuramente la variabile tempo influisce molto nel differenziarli poiché avendo a disposizione un’intera mattina è possibile una più vasta gamma di iniziative come per esempio i laboratori per la preparazione di lavoretti da portare a casa o da vendere alla serata finale, cosa che da ai bambini molta soddisfazione.
Per quanto riguarda i giochi della domenica mattina, prima o dopo l’attività, sono molto liberi e lasciati all’iniziativa dei ragazzi: calcio, flipper, pallavolo, salto alla corda… mentre al grest sono preparati anticipatamente per ogni momento, non ci sono spazi vuoti o di gioco libero in quanto avendo a che fare con un centinaio di ragazzi la cosa risulterebbe un po’ dispersiva o meglio caotica.
Entrambe queste iniziative sono proposte dall’Azione Cattolica mettendo a disposizione dei sussidi per gli animatori che fanno da linee guida nello svolgimento delle attività, dei giochi e dei laboratori.
Ultimo ma non meno importante obiettivo del grest è quello di essere un ottimo trampolino di lancio per i neo-animatori, ovvero i ragazzi del gruppo giovanissimi che hanno voglia di mettersi alla prova come animatori.
mercoledì 24 agosto 2011
Ma in estate … l’ACR va in vacanza??
Durante il periodo estivo l’ACR subisce una piccola modifica e prende il nome di GREST, sigla che sta a significare il “GRuppo EStivo”.
Se durante l’anno quest’attività occupa un periodo che va da Ottobre a Maggio, nel periodo estivo essa viene svolta in un tempo molto più breve che può variare da 1 a 4 settimane, durante i mesi di Giugno- Luglio – Agosto –Settembre, a discrezione della parrocchia e di chi lo organizza.
Nel mio caso sono ancora in corso i preparativi perché il GREST verrà svolto dal 29 agosto al 4 settembre, e terrà occupati i bambini da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 mentre il sabato dalle 15.30 alle 22.30 con uno spettacolo di chiusura realizzato dai bambini e da noi animatori per divertire il pubblico per lo più di genitori.
La realizzazione del GREST si basa sempre su un racconto e quest’anno abbiamo scelto, tra le varie proposte, la storia di Davide figlio di Jesse che sconfisse il gigante Golia. La storia è ovviamente raccontata in modo molto più “fiabesco” introducendo tra i personaggi due ragazzi comuni che, trasformati in pecorelle, entrano a far parte del gregge del giovane Davide ed un computer di nome “Piccì” che li accompagna nella loro avventura alla conoscenza dell’eccellente pastore, suonatore di cetra e lanciatore di fionda.
Tutto questo ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a svolgere i loro compiti per casa: fare una ricerca su un personaggio, anche non noto, che ha compiuto un’impresa importante.
La giornata ha un tema preciso che è recuperato dalla storia, ed ogni mattina ne viene rappresentata una parte attraverso una breve scenetta che mette in evidenza in modo chiaro il tema della giornata.
Le tematiche quest’anno sono:
LUNEDì: Amicizia
MARTEDì’: Cuore generoso
MERCOLEDì: Talenti
GIOVEDì: Sfide.
Il venerdì nello spazio dedicato all’attività viene invece preparato lo spettacolo finale del sabato sera (scenette, balli, scenografie, sketch divertenti …) dividendo i bambini in gruppi, in base alle necessità.
Il sabato invece è dedicato interamente al gioco e poi la cena in compagnia.
Lo spettacolo finale è realizzato allo scopo di presentare ai genitori e a coloro che hanno voglia di parteciparvi il risultato finale del nostro lavoro e palesare l’obiettivo che volevamo raggiungere.
Se durante l’anno quest’attività occupa un periodo che va da Ottobre a Maggio, nel periodo estivo essa viene svolta in un tempo molto più breve che può variare da 1 a 4 settimane, durante i mesi di Giugno- Luglio – Agosto –Settembre, a discrezione della parrocchia e di chi lo organizza.
Nel mio caso sono ancora in corso i preparativi perché il GREST verrà svolto dal 29 agosto al 4 settembre, e terrà occupati i bambini da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 mentre il sabato dalle 15.30 alle 22.30 con uno spettacolo di chiusura realizzato dai bambini e da noi animatori per divertire il pubblico per lo più di genitori.
La realizzazione del GREST si basa sempre su un racconto e quest’anno abbiamo scelto, tra le varie proposte, la storia di Davide figlio di Jesse che sconfisse il gigante Golia. La storia è ovviamente raccontata in modo molto più “fiabesco” introducendo tra i personaggi due ragazzi comuni che, trasformati in pecorelle, entrano a far parte del gregge del giovane Davide ed un computer di nome “Piccì” che li accompagna nella loro avventura alla conoscenza dell’eccellente pastore, suonatore di cetra e lanciatore di fionda.
Tutto questo ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a svolgere i loro compiti per casa: fare una ricerca su un personaggio, anche non noto, che ha compiuto un’impresa importante.
La giornata ha un tema preciso che è recuperato dalla storia, ed ogni mattina ne viene rappresentata una parte attraverso una breve scenetta che mette in evidenza in modo chiaro il tema della giornata.
Le tematiche quest’anno sono:
LUNEDì: Amicizia
MARTEDì’: Cuore generoso
MERCOLEDì: Talenti
GIOVEDì: Sfide.
Il venerdì nello spazio dedicato all’attività viene invece preparato lo spettacolo finale del sabato sera (scenette, balli, scenografie, sketch divertenti …) dividendo i bambini in gruppi, in base alle necessità.
Il sabato invece è dedicato interamente al gioco e poi la cena in compagnia.
Lo spettacolo finale è realizzato allo scopo di presentare ai genitori e a coloro che hanno voglia di parteciparvi il risultato finale del nostro lavoro e palesare l’obiettivo che volevamo raggiungere.
A questo punto però ci si può chiedere: ” quali caratteristiche differenziano il GREST dall’ ACR??” ..
Miei cari amici, a questa domanda cercherò di dar risposta nel prossimo blog J
Miei cari amici, a questa domanda cercherò di dar risposta nel prossimo blog J
E questo è il personaggio del nostro GREST |
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